lunedì 27 febbraio 2023

Una poesia architetturale


 Vengono condivise alcune riflessioni di Amedeo Listori riguardanti la raccolta poetica Declinazioni del timbro ( Campanotto) 

Una poesia architetturale


È stata pubblicata da Campanotto editore, nella collana Poesia fondata da Lucio Klobas e diretta dalla rivista Zeta, una nuova raccolta poetica di Anna Laura Longo, il cui titolo Declinazioni del timbro riconduce esplicitamente al suono e alle sue principali caratteristiche. Si tratta del quinto lavoro sul fronte della scrittura in versi che ci viene offerto dall’autrice nonché pianista, performer e artista visiva sperimentale, cimentatasi negli anni anche nella stesura di saggi di carattere musicale e nell’elaborazione di testi di teatro musicale.

Quello che è stato approntato e abilmente strutturato è un vero libro-edificio in cui l’aspetto costruttivo emerge con libertà nel corpo stesso della scrittura, ma anche attraverso la produzione di immagini istantanee che assumono le fattezze di flash visivi. Acquistano visivamente un grande impatto gli elementi desunti dal corredo architettonico, al punto che si potrebbe parlare di una sorta di poesia architetturale.

Già nella pagina di avvio, accanto a un concetto quasi programmatico di latitanza onirica, si affaccia infatti un imponente architrave: è il primo e affascinante riferimento al tema in questione.

Dislocate dal sole / le ombre accettano forme/ malleabili e ricettive. / Conta il peso di un architrave:/ le chiama altrove/ nella latitanza onirica/ che si avvicina ai grandi interrogativi.

L’architrave, come ben sappiamo, non è altro che l’elemento orizzontale atto a collegare tra loro i pilastri o le colonne sottostanti. Si tratta dunque di un elemento portante. È quindi significativo il fatto che venga posto proprio all’ingresso dell’edificio-libro, in modo tale da sancire un ingresso fattivo e conclamato. Proseguendo nella lettura si potrà osservare come sia presente una moltitudine di esempi ulteriori, quasi delle linee-guida cui appoggiarsi. Esiste di certo una continuità con quanto prodotto in precedenza. Basti pensare alla prima sezione di Procedure esfolianti (Manni) non a caso intitolata Stati d’animo aggettanti, con particolare riferimento ai blocchi aggettanti tipici degli edifici della modernità. Ma anche in Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo (Oèdipus), quasi in chiusura,venivano proposti i seguenti versi: Varchi la soglia/deglutendo il mondo in implosione.

Veniva in quel caso vagheggiato un ingresso fattivo in un ambiente amorfo e indistinto, non chiaramente specificato, ma presumibilmente da vedersi come roteante e fertile“ambiente di vita”.

Ogni spazio ricreato nelle pagine è tuttavia fatto oggetto di un lieve stravolgimento.

La parola, depositaria di luci e ombre, agisce su questo piano, liberamente inclinato, lasciandoci in contatto con prospettive nuove da scorgere, mai scontate.

Il sommovimento del terreno poetico invita a una degustazione e a una prospettiva di assorbimento necessariamente calibrata, lenta. L’azzardo costruttivo immesso nelle pieghe dei versi continuamente ci illumina o di contro produce un depistamento attraverso repentine esplosioni e implosioni. Si tratta in sostanza di vere e proprie sorprese e magie visive che avvengono in trasparenza.“Magie implosive” scrive l’autrice. I testi sono dunque delle originali nicchie di condensazione per apparizioni iper-poetiche e a tratti astratte.


La questione del tempo torna quindi ad essere determinante, come nella precedente raccolta.  E il tempo qui si rivela in virtù di una corroborante ampiezza, ma si manifesta anche come un improvviso e straniante istante-alveare.

La continuità tra interni e esterni si fa strada tra le pagine. Una mediazione è offerta da porticati e gallerie aperte, con funzione di riparo, anche in senso immaginativo.

Nei porticati acerbi della dimenticanza/ c’è un arretramento/e una stabilizzazione incauta/ che prelude ai passi della meraviglia.

In Feedback retroazione ci troviamo ad attraversare invece dei ballatoi striduli di città magiche, tentacolari. Tra interessanti compresenze e apparizioni umane o animali, a loro volta inserite in squarci ambientali, galleggia inoltre la vivezza e la ricchezza del vuoto.

La città è prioritariamente indagata nei suoi aspetti evolutivi: si innesca un legame con un futuro di tipo poliedrico, dove anche l’edificio –speranza trova posto e senso di esistere.

Riusciamo ad esempio a visualizzare edifici dai tratti futuribili, in virtù della presenza del vetro, a pag.35: Un bacino d’acqua sedicente e arreso al suo fluido slancio perimetrale /è cosparso di ombre/ in un’amorfa volubilità di sguardi/. Poco distante il vetro.

Anche il corpo è sottoposto a una traslazione affascinante e si configura anch’esso come spazio di concretezza fisica: Aveva un’integrità nuda tra i denti/un sedimento nel titubante soffio ancestrale.

Il culmine si riscontra tuttavia in occasione dell’utilizzo del termine trabeazione, che getta un ponte definitivo e quasi vistoso tra gli elementi della costruzione.

L’innesco di un suono/ è un fatto leale/quasi una trabeazione/innalzata con cura/nell’edificio imponente del mondo.

Mondo- edificio dunque, ma anche mondo vissuto o iper-vissuto, inquadrabile come un vasto campo o fondale: ne troviamo traccia nel testo dedicato a Jannis Kounellis. L’ancoraggio al terreno (o per meglio dire al suolo, così caro alla poetessa) è purtuttavia solo una parte o un ponte per l’esperienza umana: non manca una prefigurazione di spazi interstellari.

La poetica di Anna Laura Longo include e abbraccia le angolosità o le curve intrecciate tipiche della visionarietà più audace, in coesistenza con una sensibile osservazione degli elementi esterni e di mutazione sociale. Aleggia in sintesi il desiderio di forgiare un neo-universo magnetico. Le due sezioni in tal senso sembrano essere dei distinti padiglioni in cui muoversi mettendo in conto forme alterne di trepidazione e sorpresa, di premura e malleabilità, di clamore e saggezza o abbondante mistero. Per una costruzione di un ammaliante altrove.

Riflessioni sparse di Amedeo Listori

https://sfogliareperintravedere.com/declinazioni-del-timbro/

Declinazioni del timbro



Declinazioni del timbro
di Anna Laura Longo
Campanotto editore ( collana Poesia)
Anno 2023
ISBN 978-88-456-1794-2
edizioni@campanottoeditore.com
 www.campanottoeditore.com
Siti dell'autrice
www.annalauralongo.com
www.sfogliareperintravedere.com
annalaura_longo@hotmail.com




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